AA.VV., Carnevale, Edizioni XII, 2011.
Recensione di Simone Barcelli
Un turbinio di maschere si aggira inquieto per le calli di Venezia: questa città magica, stregata, che pare ridestarsi da un antico torpore scegliendo uno dei giorni più importanti, il Giovedì Grasso, un portale multidimensionale che si apre e che tutto permette.
È un tuffo nel passato sulla scia di tradizioni radicate, guidato dalla buona penna di quattordici autori e illustrato con le splendide tavole di Diramazioni.
Storie che si susseguono senza sosta, con un impercettibile filo conduttore che porta con sé sangue sacrificale.
Stiamo parlando di Carnevale, un’antologia curata da Daniele Bonfanti e David Riva, che non mancherà di tenere col fiato sospeso i lettori, anche quelli più esigenti.
Ognuno vi troverà le emozioni che va inseguendo, quelle in grado di far accapponare la pelle.
Pagine che riescono a dare nuova linfa anche a maschere perdute, a volte proibite e poi dimenticate, quasi tutte con qualche conto in sospeso che finalmente va regolato.
In fondo sono proprio loro che si ergono protagoniste di queste storie e per una volta riescono a rubarci la scena, si divertono alle nostre spalle segnando tragicamente il destino di tanti ignari comprimari.
Dalla lettura trasuda il male in ogni sua forma e la città lagunare è lì, in un angolo, silenziosa testimone di questo crescendo.
Casin degli Spiriti, Ca’ Dario e Torcello, con il loro tragico passato, sono alcuni degli scenari che fanno capolino tra la nebbia di buie e silenziose calli in cui ombre, visioni e rumori prendono forma anche nella mente di chi, per qualche indeterminata ragione, si trova a interagire con qualcosa che sfugge all’umana comprensione.
Fino a trasformarli in burattini informi con indosso una maschera…