Antonella Beccaria, Piccone di Stato, Nutrimenti, 2010.
Recensione di Simone Barcelli
Piccone di Stato è un libro di Antonella Beccaria pubblicato sul finire del 2010.
La scrittrice e giornalista di Bologna racconta in queste pagine la controversa figura di Francesco Cossiga e lo fa pescando direttamente dalle numerose e contrastanti dichiarazioni del Presidente emerito, fedelmente annotate, di volta in volta, dagli organi d’informazione.
Il politico della Democrazia Cristiana non può che emergere per quel che era: uno dei grandi manovratori dell’Italia degli ultimi sessant’anni, grazie al potere derivante dalle cariche istituzionali ricoperte, in un crescendo che lo porterà, infine, a sedersi al Quirinale.
E da lì cominciare a “picconare”, diventando quello che la gente poi ricorderà più volentieri.
Ma non dimentichiamo che la sua figura fece capolino in tutte le drammatiche vicende che attraversarono il nostro paese.
Il suo coinvolgimento, non sempre limpido, andava a intersecarsi con i tanti poteri occulti che da sempre muovono i fili del teatrino politico ed economico italiano, condizionato dallo strisciante alleato d’oltre oceano e dal silenzioso scranno papale.
Scrivendo di Cossiga, Antonella riapre ferite ancora aperte che in qualche modo hanno contrassegnato anche le nostre vite; pur convinti di aver attraversato indenni quegli anni, certe decisioni (a volte drammatiche) dei governanti di allora appaiono sempre più fattori scatenanti di quel che succede oggi.
Sottili fili neri (e rossi), provenienti da più di una matassa, consciamente tessuti anche da Cossiga per formare quella maglia che ancor oggi indossiamo.
Nell’attesa che qualche altro scheletro esca dagli armadi di Stato e la cronaca diventi storia.