Gianluca Rampini, Le colpe del padre, Giradi Editore, 2010.
Recensione di Simone Barcelli
Recensire “Le colpe del padre”, a distanza di qualche anno dalla sua uscita (Girardi Editore, 2010), può apparire fuori luogo, o meglio fuori tempo. Ma chi legge sa bene che ogni libro che custodiamo sugli scaffali, prima o poi avrà il suo momento.
Ora l’attesa è davvero finita, poiché abbiamo finalmente avuto tempo e voglia di leggere il romanzo di Gianluca Rampini quest’estate, sul traghetto che ci conduceva sull’isola greca di Karpatos.
L’autore, già editorialista e colonna portante di Tracce d’eternità e Dreamland fin dalla nascita delle riviste digitali, è riuscito a condensare in queste pagine buona parte delle sue ricerche ufologiche.
La scelta di romanzare gli avvenimenti è stata felice, una maniera espressiva che premia Rampini in un mare di saggi dedicati all’argomento, che troppo spesso lasciano l’amaro in bocca.
Le vicende di una tranquilla famiglia americana s’intrecciano in crescendo con quelle di altri oscuri personaggi, che trovano spazio pagina dopo pagina e vanno a sconvolgere il corso degli eventi.
Agenti segreti in fuga e gruppi paramilitari deviati inseguono un fine che pare sconfinare dalla normale comprensione umana, in una storia che tiene il lettore incollato al romanzo fino all’ultimo.
Non mancano, tra i capitoli, improvvisi colpi di scena che riaccendono l’interesse dopo lunghe descrizioni di luoghi e persone, non sempre determinanti per la comprensione del testo.
Le ultime cento pagine del romanzo scorrono velocemente, con la curiosità di conoscere l’epilogo dell’intricata vicenda, in un crescendo di illuminanti rivelazioni: qui le strade dei protagonisti convergeranno in un destino comune, per un finale che non deluderà le aspettative.
Un bel romanzo che merita di essere letto, prima ancora dei successivi “Il sapore del sangue”, “Il male dell’uomo” e “La natura dello scorpione“.