Lincoln Child, Le porte dell’inferno, Rizzoli, 2012.
Recensione di Simone Barcelli
Lincoln Child, autore di successo anche in coppia con Douglas Preston, stavolta presenta Le porte dell’inferno (Rizzoli, ottobre 2012).
Un thriller che mescola sapientemente l’archeologia con il paranormale, per una lettura tutta d’un fiato che ci porterà, pagina dopo pagina, emozioni a catena, con l’alternarsi di personaggi ben delineati in cui potremo di volta in volta facilmente (e felicemente) immedesimarci: un magnate alla ricerca di tesori perduti, un investigatore dell’incubo, un medico che svolge esperimenti di pre-morte sui pazienti (compresa la moglie) e una giovane archeologa che cerca l’impresa, giusto per citare i principali protagonisti del romanzo.
E poi, tra le righe, il periodo predinastico, o quasi, con quel Narmer unificatore dell’Alto e del Basso Egitto, e di sua moglie Neithotep, una misteriosa figura che ancor oggi fa impazzire gli studiosi di cose antiche.
Da leggere, magari perdendo qualche ora di sonno. Ne vale la pena.