Christian Jacq, Il messaggio dei costruttori di cattedrali, Edizioni L’Eta dell’Acquario, 2009.
Recensione di Simonetta Santandrea
Le cattedrali medievali sparse per l’Europa sono uno dei tesori più preziosi che i nostri antenati ci abbiano lasciato in eredità.
Anche l’osservatore meno attento prova un’intensa emozione quando si trova di fronte a una di esse.
Facciate, campanili, sculture, capitelli, vetrate, chiostri testimoniano un’epoca nella quale l’uomo raggiunse uno dei punti più alti della sua parabola.
Della loro costruzione conosciamo in genere molti dettagli, e così delle successive vicende di cui sono state protagoniste.
Eppure, scrive Christian Jacq, conosciamo poco il loro significato più autentico. Il nostro tempo dominato dal razionalismo e dall’individualismo confina questi capolavori in una dimensione esclusivamente artistica e storica.
Eppure essi parlano all’uomo a un livello assai più profondo perché racchiudono misteri e contengono simboli legati all’essenza stessa della vita spirituale.
Le cattedrali gotiche sono scrigni di Saggezza, centri di quel sapere che va oltre i credo e le tradizioni e che appartiene a tutto il genere umano.
Oscurato dalla civiltà grecoromana, questo patrimonio oggi negletto esprime la straordinaria ricchezza esoterica dell’Occidente, che trae la propria linfa dalle culture del bacino del Mediterraneo, in primo luogo dall’Egitto dei Faraoni.
Ma chi furono allora i costruttori delle cattedrali? Geniali artisti, abili capimastro, eccellenti artigiani? Oppure soprattutto i depositari di una sapienza antica espressa in simboli capaci di attraversare i secoli e le culture, per parlare di Dio a ogni uomo e portare a tutti la Conoscenza?