Gilbert Sinoué, Il libro di zaffiro, BEAT, 2016.
Recensione di Simonetta Santandrea
1487, Toledo, Spagna. In uno degli innumerevoli autodafè così in voga della reconquista spagnola sale al rogo un ebreo converso sotto gli occhi di fra Torquemada e di Manuela Vivero, amica e confidente della regina Isabella di Castiglia.
Si apre così questo romanzo che vedrà protagonisti un anziano rabbino, uno sceicco di mezza età e un giovane monaco francescano, uniti dal giuramento fatto al comune amico ebreo, intenti a cercare il “libro di zaffiro”, una tavoletta nella quale, a detta di chi l’ha avuta tra le mani, sono impresse le risposte di Dio agli interrogativi fondamentali che da sempre l’uomo si pone sulla propria esistenza.
Questa ricerca è, materialmente, un vero e proprio viaggio nella Spagna dei re cattolici Ferdinando ed Isabella, dentro e contro gli scontri cattolico-musulmani, le maglie e gli intrighi dell’Inquisizione, fra il fanatismo religioso e le incursioni nella storia di personaggi stravaganti, come ad esempio l’incontro con quello strano marinaio genovese che parla castigliano e che dice di voler navigare hacia ponente verso le Indie…
In sostanza, la decifrazione dei “Palazzi maggiori e minori” che conducono il viaggio di ricerca porteranno i protagonisti a scoprire che lo scopo del loro viaggio altro non è che…
Gilbert Sinoué (Il Cairo, 18 febbraio 1947) è uno scrittore francese. A 19 anni si iscrive all’École normale de musique di Parigi dove studia chitarra; in seguito compone canzoni per alcuni interpreti francesi. Nel 1987 pubblica il suo primo romanzo, La Pourpre et l’olivier ou Calixte 1er le pape oublié, la vita del papa Callisto I e il suo tragico destino (il papa fu martirizzato attorno al 222 d.C.); il testo gli vale il premio Jean d’Heurs come miglior racconto storico. Sinoué si impone velocemente come ottimo narratore di romanzi, di biografie (Le dernier pharaon, in cui descrive il regno di Mehmet Ali, il pascià ottomano fondatore dell’Egitto moderno) o di thriller (Le Livre de Saphir, vincitore del Prix de libraires 1996, che offre all’autore lo spunto per avviare un dialogo con Dio, e Les silences de Dieu, vincitore nel 2004 del Grand prix de la littérature policière). Oltre a essere uno scrittore, è anche paroliere e sceneggiatore.