Tracy Chevalier, Strane creature, Neri Pozza,2014.
Recensione di Simonetta Santandrea
“Be’, quando Mary Anning lo scoprì cambiò, senza volerlo, il nostro modo di vedere il mondo. Di colpo era apparsa questa creatura misteriosa, di cui non c’era traccia sulla terra. Una creatura che non esisteva più da chissà quanto tempo, una specie estinta… ovvero, scomparsa per sempre. Quella scoperta fece nascere il dubbio che il mondo fosse soggetto ai cambiamenti, che si trasformasse, anche se molto lentamente, invece di rimanere sempre uguale a se stesso, come si pensava in precedenza.”
(Intervista a Tracy Chevalier)
Mary Anning aveva un dono, quello di individuare, nel grigiore della sabbia e nell’impasto arruffato delle alghe, il contorno di un fossile – un’ammonite, una belemnite, un giglio di mare, o un altro di quelli che la gente comune chiamava ‘ninnoli’ e che venivano venduti ai turisti di Lyme.
Forse l’aveva ereditato dal padre, un ebanista, che le aveva anche insegnato a cavare i fossili dalla sabbia e a pulirli col raschietto senza rovinarli.
Fin qui, niente di straordinario. Un giorno, però, Mary Anning scorse qualcosa di più grosso tra le rocce calcaree e la sabbia: il cranio di un animale che lei e il fratello continuarono a lungo a chiamare ‘un coccodrillo’, anche quando gli studiosi lo avevano già rinominato ‘ittiosauro’.
Dopo l’ittiosauro un altro scheletro di animale venne, per così dire, alla luce – era diverso dal precedente, collo lunghissimo, corpo a barile, coda corta.
Era il plesiosauro, la ‘quasi lucertola’.
Ormai l’intero mondo della scienza aveva gli occhi puntati su Mary Anning.
Nel romanzo, poiché questo è in effetti Strane creature, una storia romanzata basata su dati reali e sulla figura realmente esistita di Mary Anning e sulle sue reali scoperte archeologiche, grande parte ha il dibattito del mondo scientifico di allora relativamente al peso da attribuire a questi rinvenimenti, all’impatto sociale e morale di tali affermazioni scientifiche, che paiono scardinare le basi religiose che avevano fin qui retto anche il mondo accademico con questi nuovi principi galileiano-darwiniani…
E per di più ad opera di una donna.