Alice Cappagli, Niente caffè per Spinoza, Einaudi, Torino, 2019, pagg.278, € 17,50
Recensione di Viola Talentoni
Ho aperto con interesse questo libro perché avevo saputo da un’amica che la trama si svolge a Livorno, la città dove sono nata e vissuta per i miei primi trent’anni, e cheamo con una, a volte, struggente nostalgia.
L’autrice del romanzo, anche lei livornese, è musicista presso il Teatro alla Scala di Milano come violoncellista, e fa vivere i personaggi del libro nella sua città natale evidentemente amata, forse anche ripensata con nostalgia nei suoi periodi di vita milanese. La trama, affascinante, è il racconto di una amicizia profonda tra una giovane domestica-governante e un anziano professore ormai cieco. Un’amicizia che si dipana fra le ricette che lei gli prepara con cura, saporite ma salutari, di lenticchie, carciofi, zucchine, e le letture che il professore le chiede dei suoi autori prediletti, le massime e i pensieri di Pascal, Epitteto, Spinoza e Sant’Agostino.
Maria Vittoria nei ritagli di tempo libero va a fare un bagno tra gli scogli di Calafuria, o un rapido spuntino sulla Terrazza Mascagni rspirando il mare. Questa amicizia sarà beneica per tutti e due, renderà più sereno al professore l’ultimo periodo della sua vita, e aiuterà Maria Vittoria, grazie alla filosofia, a raddrizzare e mettere ordine nella propria esistenza.
Non c’è, nel libro, una sola descrizione del paesaggio, ma in ogni pagina si respira l’atmosfera di sole e di vento profumato di salmastro, con il parco della villa Fabbricotti, la Terrazza Mascagni, le scogliere di Antignano e del Romito, e i Fossi Medicei che attraversano il centro, nella nostra bella città adagiata davanti al Tirreno.
Alice Cappagli è livornese e suona il violoncello nell’orchestra del Teatro alla Scala dal 1982. Laureata in filosofia, ha pubblicato nel 2010 su Statale 11 un racconto a tema musicale dal titolo Una grande esecuzione.