Nella fase di documentazione per la stesura di un nuovo libro, mi sono recentemente imbattuto in un caso più unico che raro.
Ho consultato, fra gli altri, due voluminosi testi di qualche anno fa, fuori commercio ma comunque tuttora reperibili sul mercato dell’usato:
- Thomas Corsi, Storia degli Stati Uniti d’America, Donatello De Luigi Editore, Roma, 825 pagg., 1° edizione, agosto 1945;
- Renato Rinaldi, Storia degli Stati Uniti d’America, Armando Curcio Editore, Roma, due voll., 662+688 pagg., 1° edizione, marzo 1962.
Prima di parlare di questi libri e dei rispettivi autori, introduco qualche notizia sugli editori.
Il primo libro fu pubblicato da Donatello De Luigi, che lo scrittore italoamericano Giose Rimanelli definì all’epoca il “primo editore della Roma del dopoguerra”, la cui Casa Editrice, fondata nel 1944, aveva sede in un prestigioso palazzo a Roma in Galleria Colonna, oggi nota come Galleria Alberto Sordi. Queste le poche notizie che ho raccolto da un articolo di Gianni Giovannelli, pubblicato sul n. 141 (settembre-ottobre 2015) della rivista Charta edita da Nova Charta Editori.
L’altra opera, in due volumi, fu pubblicata quasi vent’anni dopo da Armando Curcio Editore, una Casa Editrice molto nota con sede a Roma, fondata nel 1927. Trent’anni dopo Dino Curcio, il figlio di Armando, ne assunse la direzione: da quel momento furono pubblicate numerose opere enciclopediche, tra cui quella qui in trattazione. In rete è possibile reperire altre notizie su questo editore.
Thomas Corsi e Renato Rinaldi, per come furono introdotti nella prefazione ai volumi da parte dei rispettivi editori, dovrebbero essere degli storici rinomati, cui è stata affidata la stesura di opere monumentali come queste.
Corsi era infatti descritto come “Storico veramente padrone della sua materia”, che “presenta ora la sua opera dopo anni di ricerche e di meditate osservazioni”.
Rinaldi era presentato come “un europeo che ha approfondito con acume, spesso con amore, la civiltà e gli ordinamenti del popolo americano”, che ha “il merito di aver descritto la società americana dell’ultimo secolo con ampia visione e con documentati riferimenti”, la cui narrazione “è rigorosamente fedele alla successione cronologica delle più accurate ricerche bibliografiche”.
Entrambi gli editori tenevano a precisare, nella parte introduttiva (il cui contenuto di fondo è simile), che l’opera andava a colmare un vuoto culturale in Italia, in cui fino a quel momento erano disponibili – a parte qualche traduzione di opere di autori americani edite negli Stati Uniti ed espressamente destinate a quel mercato editoriale -, solamente due lavori limitati a periodi ristretti della storia americana: uno di Carlo Botta del 1809 e l’altro di Gennaro Mondaini nel 1904.
Ricercare oggi qualche altra informazione su questi autori, incredibilmente non produce nessun risultato. Non esistono informazioni biografiche di Corsi e Rinaldi, che a quanto pare non hanno scritto altri libri oltre a questi. Nei rispettivi volumi, a parte le scarne parole di presentazione degli editori, non ci sono note biografiche sugli autori, né il più piccolo indizio per indovinare, sul loro conto, un ateneo di affiliazione o una cattedra d’insegnamento.
Se nel libro di Corsi è presente una breve bibliografia, appena sei pagine, in quello di Rinaldi neppure quella.
Per il resto, e vengo al punto, il contenuto dei due libri è del tutto identico: migliaia e migliaia di parole, per filo e per segno, compresi i titoli dei capitoli, il fluire delle frasi negli stessi, fino al profilo dei presidenti in appendice, sono equivalenti. Cambia l’ordine di un paio di capitoli, qualche altro è stato accorpato, ma la sostanza è quella di un libro fotocopia.
Quel che cambia è certamente la veste grafica, poiché il medesimo contenuto è stato riversato da Curcio in due volumi, riccamente illustrati, con l’uso di carta pregiata (per grammatura, patinatura e superficie), con un formato leggermente più grande rispetto al volume cartonato in mezza tela editato da Donatello De Luigi, e una copertina rigida munita di sovraccoperta con alette rigorosamente prive di contenuto.
Il libro del 1945 termina con l’elezione presidenziale di Roosevelt del 1932, quello del 1962 con l’entrata in guerra degli Stati Uniti d’America nel secondo conflitto mondiale: in tutto una cinquantina di pagine supplementari per ragguagliare il lettore di quel che è successo fino al 1942.
Chi ha scritto questo testo rimane un mistero. Non era raro, all’epoca, firmarsi con uno pseudonimo quando si trattavano temi scottanti. In questo caso, in presenza di un bello studio, scritto anche bene, il problema poteva essere la propaganda sviscerata nei confronti degli Stati Uniti d’America.