Mitchell Kaplan, Per mare e per terra, Neri Pozza,2015.
Recensione di Simonetta Santandrea
Roma, 1481. Il cancelliere presso la corte spagnola di Ferdinando e Isabella, Luis de Santàngel, si sta recando presso Sua Santità il Papa, accompagnato da un giovane amico italiano,Cristoforo, coraggioso uomo di mare, perché gli faccia da interprete.
L’intento è ardito: cercare di convincere la massima autorità della Chiesa a intervenire per arginare la situazione sempre più grave che dalla Castiglia sta dilagando in tutta la Spagna. Si tratta dello spettro della Nuova Inquisizione di padre Tomás de Torquemada (in verità non troppo gradita alla Santa Sede perché, a differenza della precedente, non è disposta a dividere i suoi “bottini” con Roma) che, promettendo ai delatori laute ricompense, istiga alla falsa testimonianza e alla denuncia persino di amici, di vicini di casa, di figli contro padri.
La missione non ottiene i risultati sperati. Tornato a Saragozza, Santángel ha tutti i motivi per sentirsi minacciato in prima persona: particolarmente presi di mira da Torquemada sono i conversos, gli ebrei convertiti, e il cancelliere è cristiano solo da tre generazioni.
Ci mancava pure quel misterioso manoscritto in ebraico, capitatogli per caso tra le mani, quasi contro la sua volontà, proprio nel momento in cui angosciosi dubbi agitano le sue notti insonni…
All’improvviso, dopo la morte violenta dell’inquisitore di Saragozza Pedro de Arbués, la situazione precipita: il fratello del cancelliere, Estefan, viene imprigionato, Gabriel, il figlio dodicenne rapito, la bella e audace ebrea Judith, l’unica donna che gli abbia fatto battere il cuore dalla morte di parto di sua moglie, lo crede un traditore.
Nella Spagna straziata dalle lotte tra le diverse realtà politiche, religiose ed etniche che vi convivono e che la rendono bellissima e pericolosa, ci sarà di nuovo pace per Louis de Santángel? O non avrà altra scelta che cercarla in quelle terre lontane e sconosciute insieme a quel giovane amico italiano innamorato del mare?
D’altra parte non è così difficile farsi rapire dai sogni di libertà e di infinito di Cristoforo Colombo…
Opera prima di Mitchell J. Kaplan, addetto ai lavori in altri campi dell’editoria, “Per mare e per terra” è un bel romanzo storico che gli amanti del genere non dovrebbero perdersi.
Gli ingredienti di un bel libro ci sono tutti: amore, storia, passione, lotte, fascino esotico, fatalità, intrighi.
La ricostruzione storica di un’epoca di tumulti e di violento odio religioso appare assai curata ed attenta.
Particolarmente apprezzabile l’attenzione nel racconto, fluido e mai noioso, della complessa tradizione ebraica che occupa un certo spazio nella vicenda. In questo quadro si incastona una bella storia d’amore intrecciata ai dissidi interiori di uno spirito libero in cerca di risposte nella fede dei suoi padri, tra gli orrori insensati dell’Inquisizione.
Koplan dimostra una grande capacità di indagare l’anima dei suoi bei personaggi, delineati tutti con dovizia e accuratezza psicologica.
La lettura di questo raffinato romanzo è assai avvincente e capace, come capita solo con i bei libri, di far perdere al lettore un’intera notte di sonno, poiché ad ogni pagina cresce il desiderio di scoprire come evolve la vicenda.
Potrebbe essere certo questa l’avvertenza all’inizio del libro, accanto alla bella citazione di Nathaniel Hawthorne: “Sono gli uomini inquieti che spingono il mondo ad andare avanti”.