Philip Coppens, The Ancient Alien Question, New Page Books, 2011.
Recensione di Simone Barcelli
Philip Coppens era un’apprezzato autore di politica e storia alternativa. Avrebbe compiuto 42 anni il 25 gennaio ma un male incurabile se l’è portato via prima, il 30 dicembre 2012.
Scriveva per le riviste Nexus, Atlantis Rising, Legendary Times e tante altre. In Italia, a parte l’edizione nostrana di Nexus, i suoi studi sono apparsi su Hera e Fenix. E scriveva libri, undici in tutto: in Italia è stato pubblicato solo “L’Enigma di Rosslyn”, Età dell’Acquario Edizioni, 2005.
Molti di voi lo ricorderanno protagonista nel documentario di History Channel “Ancient Aliens: The Series”.
Fin da giovane Coppens s’interessò all’opera dello storico Marcel Mestdagh (che teorizzava come molti monumenti megalitici potessero rappresentare un complicato sistema stradale, costruito sulla circonferenza degli ovali, con al centro l’antica città francese di Sens), sostenendo che Atlantide era il fulcro di una remota civiltà megalitica.
La sua curiosità d’investigatore lo condusse a scrivere controcorrente anche dell’assassinio di Kennedy.
Una delle sue ricerche più apprezzate rimane comunque quella dedicata alla cappella scozzese di Rosslyn, soprattutto in rapporto con la massoneria e i Templari.
Tra gli ultimi lavori di Coppens c’è The Ancient Alien Question, uscito nel 2011 per New Page Books, in cui l’autore indaga presunti contatti alieni nel nostro passato.
Un libro (in inglese) da leggere senza preconcetti, scritto da chi sicuramente ora ne sa più di noi.
Ecco ciò che scriveva Philip Coppens sulle pagine del suo blog il 16 dicembre 2012, l’ultimo post poco prima di morire:
“Ho seguito, studiato e presentato quello che poteva essere il vero significato del 21 dicembre 2012: trasformazione. Ma alla fine di novembre, non mi rendevo conto di quanto straordinario potesse essere il mio futuro dopo il 2012… Nel mio caso, mi è stato diagnosticato un caso estremamente raro di tumore, l’angiosarcoma, che colpisce meno di 200 persone negli Stati Uniti… per me, questa diagnosi, ha segnato un enorme campanello d’allarme… nessuno considera veramente prezioso ogni giorno come dovrebbe essere… mi sono reso conto che, in qualche modo, quello che sto imparando in questo momento temporale – tra livello mentale e terapie mediche – mi stanno offrendo spunti, intuizioni molto profonde e potenti. In particolare, come i nostri antenati abbiano saputo guarire il corpo. E’ buffo che stia imparando questa lezione in un letto d’ospedale a Los Angeles, mentre avrei dovuto essere in Egitto, visitando tutti questi siti. Ma prima, a quanto pare, forse la vera comprensione e la saggezza devono essere così acquisite… Le conoscenze che ho acquisito in queste settimane sicuramente superano di gran lunga qualsiasi cosa che la terra d’Egitto mi avrebbe dato… resto convinto che questa conoscenza sarà quella che mi darà davvero il mio futuro… nella speranza che con solo un paio di giorni prima del 21 dicembre, la gente, attraverso la scelta, abbraccerà un cambiamento positivo nella propria vita per un viaggio al livello successivo della loro missione, l’unica ragione per cui abbiamo scelto di incarnarci qui in questo incantevole, pianeta d’acqua blu“.
Ciao Philip.